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Due parole su Tonio Kröger

Allora viveva il suo cuore: struggimento vi si trovava, e malinconica invidia, un tantino di sprezzo e una grande, casta felicità. Una piccola opera d’arte. Una piccola, magnifica, bellissima opera d’arte. Poche e semplici parole per delineare i contorni di un quadro dolorosamente vivido e sofisticato: la lucidità delle percezioni di un artista non può…
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Due parole sulla furia di Re Lear
C’è qualcuno qui che mi conosce? Questi non è Lear. Che forse Lear cammina a questo modo? parla a questo modo? dove sono i suoi occhi? o la sua intelligenza è indebolita, o il suo discernimento è in letargo. Son io sveglio? no, certo. Chi è colui che può dirmi chi sono? Ci sono versi,…
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“Sonata a Kreutzer”, l’irrazionalità della gelosia

La musica mi costringe a dimenticarmi di me stesso, a dimenticare la mia situazione concreta…
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“Si chiamava Mathilde”: un giallo in Do minore

Eccomi qui di nuovo per parlare di uno degli scrittori esordienti più promettenti che io conosca: Yannick Roch! Apprezzai molto, ai tempi, il suo primo romanzo, “Il Maestro dei morti” e non di meno ho apprezzato il secondo, gentilmente inviatomi dalla casa editrice “Les Flâneurs”. Una giovanissima promessa del pianoforte (timida ragazza dedita esclusivamente alla…
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Robert Schumann come scrittore

Frammenti scritti di suo pugno. (Parlando di se stesso) Talento per molte cose, nessuno per altre. Temperamento: malinconico. Senso artistico: attitudine a provare sentimenti molto più che a osservare; anche nei suoi giudizi è più soggettivo che oggettivo. L’emozione gli è più propria che non lo sforzo; per capire le cose preferisce abbandonarsi al suo…
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Cronaca di una morte annunciata

«Fu molto facile – disse – perché avevo deciso di morire.» In un villaggio che assomiglia molto ad un “mortorio di indios”, Santiago Nasar dovrà essere ucciso, e questo è un fatto assodato e più che risaputo. In un’atmosfera vagamente onirica e realistica assieme, tutti, nel suo villaggio, vengono a saperlo, alla luce del sole,…
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Sulla bellezza che (forse) salverà il mondo

“Cosa importa che sia una malattia” decise infine “e che sia un impulso anormale, se il momento della sensazione, ripensato e osservato una volta tornato in condizioni di salute, si rivela come massimo grado dell’armonia, della bellezza, dà un senso di pienezza mai provato e immaginato fino a quel momento, di equilibrio, di pacificazione e…
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Pro e contro delle passioni, il “Werther” e “Le affinità elettive”

Ah, vedi, c’è come una muraglia davanti alla mia anima. Questo paradiso… e poi… l’abisso, per scontarvi il peccato… Peccato?
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“Memorie dal sottosuolo”: auguri Fëdor!

È forse possibile che un uomo, conoscendosi, nutra il minimo rispetto per se stesso?
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“Norwegian wood, tokyo blues”, sulla solitudine

La morte non è l’opposto della vita, ma una sua parte integrante.
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“Il signore delle mosche”: l’uomo è il male

L’uomo è una vittima, una marionetta comandata dal Male, dal Signore delle mosche: è impossibile sfuggirgli.
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“Il lupo della steppa”, la ricerca dell’Eterno

“Come potrei non essere un lupo della steppa, un sordido anacoreta in un mondo del quale non condivido alcuna meta, delle cui gioie non vi è alcuna che mi arrida?”
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“L’eleganza del riccio”, l’invisibile che si cela sotto la clandestinità

Un romanzo per comprendere il valore della Bellezza, dell’Arte, dell’inconsistenza dell’eternità e di tutto quello che c’è di più nobile nella nostra esistenza.
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“Montedidio”, dove a tredici anni si comincia a crescere troppo in fretta

Sulla terrazza più alta di Montedidio, un ragazzino ormai uomo osserva quelle stelle così vicine, scrive su un rotolo di carta e scopre la vita degli adulti.

