“Sonata a Kreutzer”, l’irrazionalità della gelosia

La musica mi costringe a dimenticarmi di me stesso, a dimenticare la mia situazione concreta, e mi trasporta in una situazione diversa, che non è la mia; sotto l’influenza della musica mi sembra di sentire ciò che in realtà non sento, di capire ciò che non capisco, di poter fare cose che in realtà non posso fare. Io me lo spiego nel senso che la musica agisce come uno sbadiglio, come una risata: non ho voglia di dormire, eppure sbadiglio se vedo qualcuno che sbadiglia; e così, anche se non c’è nessuna ragione di ridere, io rido se sento qualcuno che ride.

Tolstoj è riuscito a farmi apprezzare il monologo di un folle che, spinto da un’irrazionale gelosia, uccide sua moglie.

Partiamo dallo stile: magnificamente scorrevole ma mai banale, chiaro e ricco allo stesso tempo. Inoltre, l’impronta “dostoevskiana” presente nel protagonista ha sicuramente contribuito a rendere la lettura ancor più interessante. Pozdnyšev, infatti, ricorda un po’ Raskolnikov per il suo evidente tormento interiore e per le “motivazioni oscure”, e talvolta incomprensibili, alla base delle sue azioni.

La musica, che fa da sfondo alle vicende, è la causa della gelosia di Pozdnyšev, la cui moglie sembra particolarmente attratta da un abile violinista. È proprio quando i due suonano la celebre Sonata a Kreutzer di Beethoven che Pozdnyšev avverte una volta per tutte un’intesa (mai esistita realmente) fra di loro e, spinto dalla sua collerica gelosia, accoltella la moglie.

Proprio come l’inconfondibile tema della sonata, quell’irrazionale rabbia cieca cresce con sempre maggiore tensione, mentre la mente, schiacciata e deviata dalla rabbia stessa, rincorre a perdifiato oscuri pensieri.

È un libro controverso, “scritto con cattiveria”, come direbbe Sonja Tolstoj, moglie dello scrittore.

Tolstoj è sicuramente un autore da approfondire, soprattutto nel suo essere filosofo. Penso che questo sia il miglior libro per iniziare, anche se per adesso la mia esperienza tolstoiana è ancora molto limitata.

Classificazione: 4.5 su 5.

14 risposte a ““Sonata a Kreutzer”, l’irrazionalità della gelosia”

  1. Avatar Alessandro Gianesini
    Alessandro Gianesini

    Siamo noi che vogliamo spiegare con la razionalità ogni cosa, mentre certe situazioni sono al di fuori della comprensione logica. La gelosia, in effetti, è una di queste… però esiste e non possiamo negarlo.

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    1. Effettivamente è così. Bella riflessione!

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      1. Avatar Alessandro Gianesini
        Alessandro Gianesini

        Tutta “colpa” tua, eh…
        Grazie a te della recensione che ha spinto a pensare! 🙂

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      2. I commenti di Alessandro sono sempre molto belli. E lo stesso vale per i tuoi post.

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      3. Grazie a te per la risposta! 🙂

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  2. Ciao Gabriella 🙂 Anch’io, come te, ho una conoscenza limitata della letteratura russa; ed anche io ho letto anche io questo romanzo breve per iniziare il “contatto” con questa letteratura. Non ricordo ora che impressione, mi fece, ma puoi comunque leggerti la recensione che ne ho fatto; la cosa non troppo bella dei primi tre romanzi letti (uno di Dostoevskj, uno di Tolstoj e l’altro di Cechov) è che erano scritti in caratteri troppo piccoli, per cui ho fatto fatica a leggerli… buon pomeriggio. 🙂

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    1. Ciao Luca, grazie per il tuo commento! La letteratura russa mi piace davvero molto, specialmente per via della mia passione per Dostoevskij. Ho letto “Delitto e Castigo” circa un anno fa e ci ho impiegato tantissimo tempo a causa dell’edizione dai caratteri microscopici! Fortunatamente oggi ci sono molte edizioni migliori 😉
      Lessi tempo fa la tua recensione e mi incuriosì molto, sicuramente andrò a rivederla. Questo racconto di Tolstoj mi ha davvero colpita e sono sicura che leggerò altro di quest’autore.

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      1. Anche io ho intenzione di leggere altro; per fortuna alcune cose le ho in ebook… Io avrei voluto continuare il filone russo, e leggere “Delitto e castigo”, ma non è tanto la mole ad avermi scoraggiato, quanto i caratteri microscopici: se è già stato difficile leggere un romanzo di poco più di cento pagine, quello sarebbe stato più complesso. Penso proprio che comprerò un’altra edizione. 😉

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      2. Ti consiglio vivamente quella della Mondadori, è davvero bellissima!

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      3. Grazie del consiglio! 😉

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  3. Anch’io sto facendo i conti con le memorie di un “folle”, cioè con le “Memorie dal sottosuolo”; è un tipo di narrazione che mi sta spiazzando, ma penso anch’io che imparerò ad apprezzarla

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    1. Questo è un libro che ho letto circa un mese fa e, da amante di Dostoevskij, l’ho adorato. È molto particolare e cervellotico ma l’ho trovato estremamente interessante!

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      1. Interessante senza dubbio. Devo continuare con Dostoevskij per capire se gli altri romanzi sono così oscuri 🙂

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